Il progetto Waterbirth, in maniera sintetica, attraverso le seguenti fasi analitiche fornisce una conclusione:
Introduzione
Il seguente studio osservativo quantitativo mirava ad analizzare i risultati materni e neonatali di 90 donne in gravidanza a basso rischio che hanno partorito in acqua all’ospedale di São Bernardo.
Metodi
Per raccogliere i dati, le ostetriche hanno utilizzato un modulo contenente informazioni sulla storia ostetrica del partecipante, il tipo di immersione e il follow-up del travaglio e del parto.
Sfondo
Il punteggio Apgar (1 minuto dopo la nascita) utilizzato in questo studio, chiamato Aqua Apgar, è stato adattato da Cornelia Enning.
Risultati
Il tempo medio di immersione in acqua era di 1 ora e 46 minuti e ha avuto un’influenza sulla durata del travaglio (media 5 ore e 37 minuti), con una differenza statisticamente significativa (P = 0,004). C’è stato un tempo di dilatazione cervicale ridotto e una durata più breve della fase di espulsione. Nello scenario di immersione, il 30% delle donne non ha subito alcun esame per valutare la lunghezza della cervice e il 57,8% ha presentato aree perenni intatte o lacrime di primo grado. Per quanto riguarda gli esiti neonatali, durante l’immersione materna, il 97% ha mantenuto normali frequenze cardiache fetali (tra 110 e 160 battiti al minuto) e Aqua Apgar era superiore a 7, sia nel primo minuto (media di 9,4) che nel quinto minuto di vita (media di 9,9).
Conclusione
Questi risultati sulla sicurezza, basati su solide prove scientifiche, dovrebbero supportare e informare sempre più le decisioni cliniche e aumentare il numero di nati nelle strutture sanitarie. I risultati di questo studio si allineano a prove crescenti che suggeriscono che il parto sia un’opzione di consegna sicura e quindi dovrebbe essere offerto alle donne.
A Swedish comparative study by Ulfsdottir et al, letteralmente: uno studio comparativo svedese di Ulfsdottir, ha trovato che
una donna che da alla luce il suo bambino in acqua ha un rischio minore di lacrime perineali di secondo grado, ha lavori più brevi e interventi significativamente inferiori. Non ci sono state differenze nei punteggi o nei ricoveri di Apgar nell’unità di terapia intensiva neonatale e le donne hanno riportato un’esperienza di nascita più positiva. Si è notato che tre dei bambini nel gruppo del parto in acqua hanno subito avulsione del cordone e, sebbene nessuno di loro sia stato ricoverato per cure speciali o abbia subito complicazioni, l’autore dello studio ricorda alle ostetriche di fare attenzione a questo problema che può essere facilmente risolto dal serraggio del cavo.